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sabato 10 agosto 2013

C'ERA UNA VOLTA... BELLA FRONTE


Buon sabato miei cari lettori,
oggi ho il piacere di proporvi una splendida favola istriana che mi è stata gentilemente inviata da Francesca Verginella.

<<Cara Esmeralda,
ho trovato questa bella fiaba istriana che è stata riportata anche nel libro di Italo Calvino intitolato "Le Fiabe Italiane" (1956). Ovviamente la fiaba è stata tradotta in italiano dal dialetto della zona. Ci tengo molto perchè in essa ci sono gli elementi che più mi fanno pensare ai luoghi in cui ha vissuto mio padre, quando era in Istria: il porto, i grandi bastimenti e il via vai delle piccole barche dei pescatori. Quei luoghi che la famiglia di mio padre ha dovuto abbandonare dopo la seconda guerra mondiale, quando l'Istria è entrata a far parte della Jugoslavia, sotto Tito. Partirono dalla loro casa per rifugiarsi sul territorio italiano solo con poche cose e lasciando il cuore in quella bella terra.>>


Francesca


C'ERA UNA VOLTA: "BELLA FRONTE"




Una volta c'era un figlio che aveva appena terminato le scuole. Suo padre allora gli disse: - Figlio, ora che hai finito i tuoi studi, sei nell'età giusta per metterti a viaggiare. Ti darò un bastimento, così potrai cominciare a caricare, scaricare, vendere e comprare. Sta' attento a quel che fai, perché voglio che tu impari presto a guadagnare!
Gli diede settemila scudi, e il figlio si mise in viaggio. Viaggiava già da un po', e non aveva ancora comprato niente, quando arrivò a un porto e vide un cataletto (una specie di bara) in riva al mare e tutti quelli che passavano ci mettevano un soldo d'elemosina.


Domandò: - Perché tenete qua questo morto? I morti vogliono essere seppelliti.
-È uno che è morto carico di debiti, - gli risposero, - e qui si usa così: se uno non ha pagato i suoi debiti non lo si seppellisce. E finché a questo qui non gli avranno pagato i debiti con le elemosine, non lo porteremo a seppellire.
-Allora chiamate tutti quelli che pretendono qualcosa da lui, che vengano da me a farsi pagare. E seppellitelo subito.
Lui pagò tutti i debiti e restò senza un quattrino. Tornò a casa. - Che novità? - gli chiese il padre. - Cosa vuol dire che sei tornato cosí presto?
E lui: - Sono andato per mare, ho incontrato i corsari che m'hanno svaligiato!
-Fa niente, basta che ti abbiano lasciato la vita! Te ne darò ancora, ma tu non andare piú da quelle parti.- E gli diede altri settemila scudi.
-Sì, padre, state sicuro che cambierò strada! - e ripartí.
In mezzo al mare, vide un bastimento turco. Il giovane si disse: " Qui è meglio fare gli amici: andare noi a fargli visita e invitarli a fare altrettanto". Salì a bordo dai Turchi, e chiese: - Da dove venite?

Gli risposero: - Noi veniamo dal Levante!
- E che carico avete?
- Nessun carico. Solo una bella giovane!
- E a chi la portate questa giovane?
-A chi vuole comprarla, noi la vendiamo. È la figlia del nostro Sultano. L'abbiamo rubata da tanto bella che è! - Fatemela un po' vedere -. E quando l'ebbe vista, chiese: - Quanto volete?
- Vogliamo settemila scudi!
Cosí il giovane diede a quei Turchi tutti i soldi che aveva ricevuto dal padre, e si portò la giovane sul suo bastimento. La fece battezzare e la sposò; e tornò a casa.
- Benvenuto, figliolo. Che mercanzia preziosa avete comprato?
- Padre , io vi porto un bel gioiello. La figlia del Sultano che è in Turchia. Non avete mai visto una donna più bella di lei.
- Ah! Pezzo di mariolo. E' questo il carico che hai fatto? - e il padre li malmenò tutti e due e li cacciò fuori di casa.
Quei meschini non sapevano come trovare da mangiare.
- Come faremo? - si chiedeva lui. - lo non ho né arte né parte!
Ma lei gli disse: - Senti, io so fare delle belle pitture. lo le farò e tu andrai a venderle. Ma ricordati che non devi dire a nessuno che le faccio io.



Intanto, in Turchia, il Sultano aveva mandato fuori tanti bastimenti in cerca di sua figlia. E uno di questi bastimenti, per combinazione, arrivò nel paese dove si trovavano i due sposi. Scesero a terra molti uomini, e il giovane, vedendo tanta gente, disse alla sposa: - Fa' molte pitture che oggi le venderemo..
Lui le portò in piazza. Vennero i Turchi e subito riconobbro le pitture della figlia del Sultano. Si fanno avanti e gli chiedono a quanto le vende.
-Le vendo care, - disse lui. - Non le do a meno di venti scudi.
-Le compriamo. Ma ne vogliamo delle altre.
 E lui: - Venite a casa da mia moglie: è lei che le fa.
I Turchi andarono e videro la figlia del Sultano. La presero, la legarono, e se la portarono in Turchia.
Lo sposo restò lí disperato, senza moglie, senza mestiere e senza un soldo. Andava ogni giorno alla marina, a vedere se c'era un bastimento che volesse prenderlo a bordo, ma non ne trovava mai. Un giorno, trova un vecchio su una battellina che pescava. E gli dice : - Buon vecchio, voi state meglio di me!
- Perché, caro figlio? - disse il vecchio.
- Buon vecchio, come vorrei venire a pescare con voi!
-Se vuoi venire con me, sali a bordo!


E il giovane salì. Fecero un patto: avrebbero diviso sempre tutto nella vita, il male e il bene; e per incominciare il vecchio divise con lui la sua cena.
Dopo mangiato, si misero a dormire; e intanto, tutto ad un tratto, si levò una tempesta. Il vento prese la nave, la portò via sulle onde, e finí per sbatterla in Turchia.
I Turchi, vedendo capitare questa barca, la presero, fecero schiavi i due pescatori e li portarono davanti al Sultano. Il Sultano li mandò in giardino: il vecchio a fare l'ortolano e il giovane a tirar su i fiori. Nel giardino del Sultano, i due schiavi stavano proprio bene, avevano fatto amicizia con gli altri giardinieri; il vecchio fabbricava chitarre, violini, flauti, clarinetti, ottavini; e il giovane suonava tutti gli strumenti e cantava canzoni.
La figlia del Sultano era chiusa per castigo in una torre alta alta, con le sue damigelle. Sentendo suonare e cantare così bene, pensò al suo sposo lontano. - Solo Bella Fronte, - (perché lei lo chiamava Bella Fronte), - sapeva suonare tutti gli strumenti. Chi è che suona e che canta nel giardino?
E guardando attraverso le persiane - perché non le poteva aprire - riconobbe nel giovane in giardino il suo sposo.
Ogni giorno le damigelle andavano dai giardinieri a farsi riempire una gran cesta di fiori. E la figlia del Sultano disse loro: - Mettete quel giovane nella cesta, copritelo di fiori, e portatelo qui!
Tra damigelle e giardinieri, tanto per ridere, lo fecero entrare nella cesta, e le damigelle lo portarono su. Quando fu nella torre, sbucò di tra i fiori e si trovò di fronte sua moglie! S'abbracciarono, si baciarono, si raccontarono tutto: e subito studiarono il modo di scappare.
Fecero caricare un gran bastimento di perle, pietre preziose, verghe d'oro, gioielli; e fecero calare nella stiva prima Bella Fronte, poi la figlia del Sultano, poi tutte le damigelle una per una. E il bastimento salpò.
Mentre erano già al largo, Bella Fronte si ricordò del vecchio e disse alla sposa: - Mia cara, forse perderò la vita, ma devo tornare indietro: non posso tradire la parola data! Ho fatto un patto con
quel vecchio che avremmo diviso sempre il male e il bene!
 Tornarono indietro e il vecchio era sulla spiaggia ad aspettarli. Lo fecero salire a bordo e ripresero il largo.
-Buon vecchio, - gli disse Bella Fronte, - facciamo le parti. Di tutte queste ricchezze, ne viene metà a te e metà a me.
-E anche di tua moglie, - disse il vecchio, - ne viene metà a te e metà a me!
Allora gli disse il giovane: - Buon vecchio, io ti devo molto: lascerò a te tutte le ricchezze di questa nave. Ma mia moglie lasciala tutta per me.



E il vecchio: - Sei un giovane generoso. Sappi che io sono l'anima di quel morto che tu hai fatto seppellire. Se tu hai avuto tutta questa fortuna è per quella buona azione che hai compiuto.
Gli diede la benedizione e sparí.
Il bastimento arrivò al paese con gran colpi di cannone: arrivava Bella Fronte con la moglie, il piú ricco signore del mondo. Sulla riva c'era suo padre che voleva riabbracciarlo.

Vissero in pace e in carità
E a me mai nessuno niente dà.


Francesca

Come non ringraziare Francesca per questa bella storia.
Spero che vi sia piaciuta!
Vi do appuntamento alla prossima!

Esmeralda

1 commento:

  1. Wow, bellissima storia con una bella morale: alla fine la generosità ripaga sempre. Mi ha ricordato le storie che mia nonna mi raccontava da bambina. Grazie Esmeralda per questa ennesima bella storia :D

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