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lunedì 3 giugno 2013

RECENSIONE: IL CLUB DEGLI INCORREGIBILI OTTIMISTI di J.M. Guenassia




TRAMA
Parigi, 1959. Sono anni vertiginosi: la Seconda guerra mondiale è finita da troppo poco tempo per essere Storia, la guerra d'Algeria segna le vite dei francesi d'oltremare. Michel Marini, undici anni, figlio di immigrati italiani, esce dall'infanzia e si affaccia a un'adolescenza inquieta e piena di emozioni. Vagabonda per il quartiere, si ritrova con gli amici a giocare a calcio balilla; un giorno entra in un bistrò, il Balto. E attratto da una stanza sul retro dove si ritrova un gruppo di uomini, che parlano un francese a volte approssimativo e portano dentro di sé storie e passioni sconosciute. Sono profughi dei Paesi dell'Est, uomini traditi dalla Storia, ma visionari che ancora credono nel comunismo. Incorreggibili ottimisti. Frequentare il Balto vuol dire scoprire il mondo. Michel cresce con Igor, Leonid, Imre, Pavel, Tibor, Sasa; impara a conoscere l'amicizia, l'amore, la complessità degli ideali. Nel retro di un bistrò si litiga, si beve, si gioca a scacchi, si raccontano barzellette su Stalin, si offre se stessi e le proprie storie, storie terribili di esilio che si intrecciano sullo sfondo di un decennio epocale, tra filosofia e rock'n'roll, Sartre e Kessel, la conquista dello spazio e l'inizio della Guerra fredda.

L’AUTORE: JEAN-MICHEL GUENASSIA
Algeri, 1950
L'autore nasce ad Algeri. Ha pubblicato un romanzo poliziesco nel 1986, intitolato Pour cent millions.
Il suo romanzo d'esordio, Il club degli incorreggibili ottimisti, edito da Albin Michel nel 2009, è stato presentato dall'editore francese come "il primo romanzo di uno sconosciuto di 59 anni" ed è stato tradotto in dieci paesi.
Per Il club degli incorreggibili ottimisti (edito in Italia da Salani nel 2010) l'autore ha vinto il Prix Goncourt de lycéens, ottenendo uno strepitoso successo di pubblico e critica.

RECENSIONE:

Più volte ho incrociato questo libro negli store online francesi. La copertina ed il titolo mi ispirava. "Il club degli incorreggibili ottimisti" con una foto degli anni sessanta davanti un bistrot con due innamorati che si baciano. Lessi poi che l'autore aveva vinto il premio "Goncourt des lycéens" e "le prix des lecteurs de Notre Temps" e questo mi ha convinto ad acquistaro. Certo vi dico che le mie aspettative erano alte, molto alte. Mi ero gia' immaginata trama, luoghi e personaggi. Purtroppo pero' le mie aspettative non sono state appagate. Ho trovato la lettura enormemente lunga, non parlo dell'ampiezza delle pagine, ma della prolissita' dell'opera. Troppo lunga e troppo prolissa. Le idee ci sono tutte, ma non ho amato il modo di svilupparle dello scrittore.
Partiamo dall'inizio, perché è giusto inquadrare l'opera.
Siamo negli anni '60, in una Parigi immersa nei cambiamenti dell'epoca, in una Francia ancora segnata dalle ferite della seconda guerra mondiale e totalmente immersa nella guerra in Algeria. Il nostro protagonista è Michel, un dodicenne di famiglia modesta di origini franco-italiane. La narrazione è in prima persona, è il ragazzo che ci trasporta nel suo mondo e ci racconta quello che accade. Michel è un ragazzo "drogato" di libri, quando scopre un autore di cui ha amato la biografia, s' immerge, una dopo l'altra, in tutte le sue opere. La vicenda si sviluppa attorno al protagonista, mettendo in evidenza i problemi e gli intrighi famigliari e attorno a questo famoso club degli incorreggibili ottimisti in cui Michel si imbatte.
La famiglia non è unita, un mix di imprevisti le si abbatte contro: la guerra in Algeria, il negozio e le sue problematiche, incomprensioni tra i vari membri, etc...
Ecco che Michel si rifugio in questo club. Si tratta di un gruppo riservato in cui la maggior parte dei partecipanti sono immigrati di guerra: russi, ucraini, etc. e si dedicano princopalmente al gioco degli scacchi.
L'autore ci snoda, via via che si avanza nella lettura, le varie storie dei membri del club. Ci mette in evidenzia i pro ed i contro di coloro che abbandonano la propria patria. Il fatto che, in qualsiasi caso, non sia mai facile, per quanto accagliente sia, vivere in un Paese che non è il tuo.
Ribadisco che i dadi in gioco per un valido romanzo ci sono tutti, ma il modo e la prolissa narrazione mi hanno portato a continuare questo romanzo con difficolta'. Pochi sono i punti in cui l'ho trovato scorrevole, veramente pochi.
Certo mi sono affezionata ad alcuni personaggi, in particolar modo al padre di Michel, un uomo che sembra soggiogato pienamente dalla moglie, ma che invece sotto sotto dimostra di avare il suo carattere. E poi la sua tipica frase quando voleva troncare una conversazione... " C'est comme ça et ça ne peut pas être autrement" cioe', "È cosi' e non puo' essere altrimenti".
Sicuramente la lettura di questo romanzo ti porta molto a riflettere sull'immigrazione. A quanto difficile sia la vita di una persona che lascia il suo Paese, le sue abitudini, la sua famiglia. Sicuramente una lettura che fa pensare, che ti spinge a riflettere prima di esprimere un giudizio su un immigrato.
Ognuno di noi potrebbe essere costretto ad immigrare... Ed è incredibilmente difficile, non solo adattarsi ad un nuovo ambiente, ad una nuova lingua, a nuove persone. Quando sei immigrato spesso il tuo bagaglio di conoscenza viene messo in dubbio, se eri un medico, la tua medicina viene guardata con occhio storto, e piano piano sei emarginato dall'ambiente medico. Anche se sei colto, il tuo accento fa si che la gente ti guardi con diffidenza...
<<E tu, tu te ne vai lasciando indietro
Coloro accanto ai quali la tua vita sarebbe caduta a picco:
È quello il primo pugno che colpisce l'esiliato.
Tu sentirai, ben lontano da Firenze e dei nostri,
Ch'è duro di salire sulle scale degli altri,
E quanto è amaro il pane dello straniero!>>
DANTE
Il Paradiso, canto XVII
Questa citazione è stata inserita da Guenassia al termine del romanzo e l'ho trascritta perché mi è parsa particolarmente opportuna.

Sia ben chiaro che nonostante le critiche, questo libro lo consiglio. È un romanzo che racchiude un ampio e complesso lavoro da parte dell'autore, che ha cercato a suo modo, narrando la vita di Michel e di chi gli sta attorno, di portare il lettore a riflettere, sulla guerra, sulle conseguenza che essa si trascina, sull'emigrazione, sulla sofferenza e sull'umanita' racchiusa in ogni uomo, anche quell'uomo che di primo acchito sembra essere duro come pietra.
Mi permetto di dire che potrebbe essere che personalmente io l'abbia trovato un romanzo un po' pesante nella scritura, perché in maggioranza Guenassia tratta di una situazione storica che non ho troppo vissuto e tantomeno conosciuto grazie agli studi. Una situazione storica sicuramente più cara al popolo francese.

In ogni caso ve lo propongo e vi consiglio la sua lettura, sicuramente spunto per molte riflessioni.

DISCRETO!


7 commenti:

  1. Ciao! Da oggi ti seguo con molto piacere! Mi piace tanto il tuo blog...anche io ne ho uno letterario e se vuoi venire a farmi un salutino sappi che io apprezzo moltissimo!

    Buona Giornata e complimenti per il blog!

    Nicole
    http://booksdreamer.blogspot.it

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  2. Grazie! Sono felice che tu sia passata a farmi visita!

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  3. Ciao, complimenti per la recensione. Posso chiederti un favore? Vorrei sapere il titolo e l'autore della copertina italiana del libro, non riesco a scoprirlo!

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    Risposte
    1. Buonasera Gian,
      grazie per essere passato dal blog!
      Immagino che il libro a cui ti riferisce sia questo delle recensione.
      Il titolo in italiano è "Il club degli incorreggibili ottimisti" e l'autore è Guenassia. Ecco dove potresti trovarlo sul web: http://www.amazon.it/Il-club-degli-incorreggibili-ottimisti/dp/8862562101

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  4. Ehi grazie mille, però io intendevo il titolo e l'autore non del romanzo, ma dell'immagine utilizzata come copertina nell'edizione italiana, quella con i ragazzi seduti. Scusa il disturbo, ma non trovo proprio nulla sul web.

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  5. Mi dispiace ma non conosco il nome dell'autore della copertina italiana. Personalmente ho letto il libro in lingua originale, cioé in lingua francese e la copertina francese è quella che trovi all'inizio del post, quella della copia seduta al bar. Non so se potrebbe interessarti ma l'autore di tale foto è Henri Cartie-Bresson/ Magnum Photos.

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    1. Ti ringrazio comunque per le risposte :) Ancora complimenti e buone letture!

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