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mercoledì 14 agosto 2013

I "NEGRI" NELLA LETTERATURA OVVERO GLI SCRITTORI NELL'ANONIMATO: IL MONDO SOMMERSO DELLA SCRITTURA



No, miei cari lettori, non sono diventata di punto in bianco razzista! Negro in questo caso non è la parola di cattivo uso per disprezzare le persone di colore, e no...
... con il termine Negro infatti, fin dai tempi più antichi, si intende una persona che nell'anonimato si presta a scrivere per una terza, che d'abitudine è conosciuta e rinomata (insomma scrive per l'autore!).

Devo dirvi la verità, non conoscevo fino a poco fa questa realtà oscura che riempie gli ambienti letterari e le case editrici, ed il venirne a conoscenza mi ha lasciato alquanto sorpresa.
Nella mia ignoranza ed ingenuità, ho sempre creduto che colui o colei che firma un libro in quanto autore fosse colui che realmente ha realizzato e composto il libro. E invece no! Sembra che attualmente il 40% delle produzioni letterarie sia in effetti prodotta da degli "scrittori nell'anonimato". Preferisco usare questo termine, perché "negro" mi da l'idea di una persona sfruttata e non tenuta in considerazione.

Si racconta che già Dumas avesse al suo servizio diversi scrittori anonimi, si serviva di diverse persone perché ognuno di loro era particolarmente capace in un genere o nella stesura di estratti particolari (scene di azione, di guerra, di amore, etc.)
Ecco che Dumas di per sé era l'ideatore di un libro ma non l'effettivo produttore, e questo mi destabilizza.

Perché nel mio pensiero un bravo scrittore è colui che ha si' una buona idea ma è anche colui  che è capace ha comporre una scrittura che ti trascina e che ti coinvolge. In fondo un cosa non puo' esistere senza l'altra. Che cosa ti lascia un libro che non ha sostanza, che non ha una bella storia, una bella trama, anche se è ben scritto? Niente, non ti lascia nulla!
Ma la stessa cosa vale per un componimento letterario che ha in sé una buona idea ma che è mal scritto, difficilmente prosegui nella lettura, difficilmente te ne affezioni.


Ma allora la mia domanda è questa: è dunque giusto che una persona che usa il suo nome come autore per un componimento che in fondo non ha scritto, si prenda il 100% del merito?
E perché soprattutto una persona arriverebbe a far scrivere ad un altro qualcosa di suo, qualcosa che arriva dalla sua mente?

E' vero certo che gli scrittori nell'anonimato hanno delle percentuali sulle vendite, ma il loro nome non apparirà sul libro che effettivamente hanno scritto. In fondo penso che per uno scrittore sia importante la riconoscenza del pubblico.
Personalmente io mi affeziono agli autori e quando un libro mi piace quasi di sicuro cerchero' altri libri del medesimo autore per leggerli.

Ma se per esempio, dopo aver letto diverse opere di Eric Emmanuel Schmitt mi venissero a dire che le idee sono le sue ma che è stato qualcun altro a scrivere i libri... e beh! Vorrei conoscere il nome di quel "qualcun altro", perché mi sono talmente innamorata di quel modo di scrivere che vorrei conoscere il volto che c'è dietro quella penna.

E' vero si' che attualmente molti scrittori nell'anonimato iniziano a far sentire la loro voce, iniziano a farsi conoscere. Ma mi chiedo perché dal canto loro si limitano a scrivere per conto di terzi, rimanendo nell'oscurità e nell'impossibilità di crescere nell'ambito della letteratura? Perché essere senza nome è uguale ad anonimato, e anonimato è uguale a sconosciuto.

Vi dico la verità, capisco e comprendo l'utilizzo da parte di persone conosciute, famose, come star, come politici, di scrittori anonimi. Comprendo che essere politico o essere star non voglia per forza dire "essere uno scrittore capace" e inoltre il tempo a disposizione potrebbe essere troppo poco. Ma quello che non comprendo è il fatto che nella copertina non si dia una voce o uno spazio a questa persona che ha dedicato cosi' tanto tempo alla composizione di tale libro. Perché io non sono scrittrice ma immagino che ci voglia un sacro tempo ed una sacra pazienza nel comporre un manoscritto, forse ancor più che di avere un'idea.


Molti scrittori anonimi dicono che non gli disturba essere nell'oscurità, ma molti altri si sentono infastiditi. Infastiditi soprattutto dal fatto che coloro che hanno prestato il nome, cioé gli "autori in teoria", ottenendo molti elogi arrivano quasi a dimenticare che non sono stati loro a produrlo e ne parlano come se fossero stati loro stessi a scriverlo quando effettivamente non hanno battuto una sola frase.

Sinceramente vi dico che è una realtà scioccante.

Mi sono ancora detta che concepisco ancora il lavoro degli scrittori nell'anonimato per quelle storie di vita come per esempio "bruciata viva" o altre storie del genere, storie in cui la persona racconta e lo scrittore riporta su carta. Ma ribadisco secondo me la necessità di riportare il nome dello scrittore perché possa essere criticato o apprezzato a sua volta.

Si narra che molti autori famosi, spesso hanno fatto produrre le loro autobiografie senza neppure leggerle. O anche che altri abbiano fatto scrivere dei libri a scrittori anonimi e che questi ultimi sapendo che gli autori non  avrebbero neppure aperto il libro prima della pubblicazione, avrebbero scritto delle stupidaggini assurde proprio per rendere evidente il fatto che l'autore non fosse il vero compositore.

In ogni caso questo aspetto mi apre un mondo nuovo e alquanto bizzarro. Per me era chiaro: autore=vero compositore. Invece no! Quindi d'ora in avanti cerchero' bene di informarmi se i libri che amo e apprezzo sono realmente frutto della persona nominata in copertina.

E voi, miei cari lettori, conoscevate questi "scrittori nell'anonimato"? 
Sapevato di questo mondo sommerso della letteratura?

Fatemi sapere!

Intanto per oggi è tutto e vi saluto, dandovi appuntamento alla prossima!


Esmeralda

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