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lunedì 23 settembre 2013

RECENSIONE: IL LEONE di Yoseph Kessel


TRAMA
Nel gran parco reale del Kenya, Patricia vive a contatto con gli animali selvaggi. La popolazione locale pensa che sia figlia di un leone: la adora e la teme perché è stata vista sdraiata tra le zampe di un grande esemplare maschio. Patricia è infatti cresciuta con King, un leone che lei ha raccolto, cucciolo, nella savana. Quando Patricia diventa grande, un giovane masai la chiede in moglie. Come vuole la tradizione del suo popolo, Oriunga le dimostrerà il suo coraggio affrontando un leone, ad armi pari. Ma l'animale scelto sarà proprio King... Tra magistrali descrizioni della savana e dei suoi animali, un'avventura che parla del rapporto dell'uomo con la natura e di una grande e indimenticabile amicizia. Una storia che apre i confini tra culture diverse e ridefinisce i concetti di giusto e sbagliato, civilizzato e selvaggio. Età di lettura: da 12 anni.

AUTORE: YOSEPH KESSEL
Joseph Kessel nacque a Villa Clara, Entre Ríos, Argentina, a causa dei continui viaggi di suo padre, un medico lituano di origini ebree. Kessel visse i primi anni della sua infanzia a Orenburg, in Russia, finché la famiglia si trasferì in Francia. Studiò a Nizza e a Parigi, e si arruolò nell'aviazione francese durante la prima guerra mondiale.
Kessel scrisse molte novelle e romanzi, come Bella di giorno, del 1928 da cui Luis Buñuel trarrà l'omonimo film nel 1967.
Fu membro dell'Académie française dal 1962 fino alla sua morte.
Nel 1943 Kessel assieme a suo nipote Maurice Druon scrisse lo Chant des Partisans, che, con una musica di Anna Marly, fu usato come inno della Resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale.
Joseph Kessel è morto ad Avernes, in Val-d'Oise. È sepolto nel cimitero di Montparnasse aParigi.


RECENSIONE
Nel momento esatto in cui ho terminato il romanzo, non ho potuto resistere alla curiosità di saperne di più sull'autore
Probabilmente vi starete chiedendo perché proprio sull'autore.
Il romanzo è scritto in prima persona, e duante tutta la lettura lo scrittore ci immerge in un mondo ed in una esperienza che è la sua. Ecco perché ho voluto verificare immediatamente se si trattasse di un'esperienza vera rivisitata in forma di romanzo. Ebbene miei cari lettori, ho scoperto che Yoseph Kessel era un giornalista che ha viaggiato in giro per il mondo facendo sue le esperienze che viveva e vedeva nei vari luoghi visitati e che tali esperienze le rivisitava in forma di romanzi, per un totale di circa ottanta romanzi. 


Un'altro aspetto da sottolineare è che Kessel ha vissuto a cavallo delle due Grandi Guerre e che il suo modo di pensare, il suo modo di investigare è da datare in quel periodo, momento di conflitti, momento ancora fortemente impregnato dal colonialismo e dal razzismo. Ma, nonostante questo, l'autore dimostra di avere una grande apertura mentale nei confronti di culture e popolazioni differenti e nuove. Uno spirito da vero esploratore che con estrema delicatezza sa eclissarsi e diventare invisibile per poter scrutrare bene l'ambiente che scopre.



"Il Leone" è un romanzo ambientato in Kenya in un parco naturale ai piedi del Kilimangiaro. Kessel, come già anticipato, narra la sua esperienza in prima persona, ed il Kenya è una delle ultime tappe dopo un lungo viaggio nella nera Africa. Inizialmente l'autore pensa di rimanere giusto un paio di giorni nel parco reale ma, alla scoperta incredibile della bizzarra amicizia tra una giovane ragazzina bianca, Patricia, figlia del guardaparco e un maestoso leone di nome King, Kessel decide di prolungare il suo soggiorno.
Durante il romanzo verranno messi non solo i riflettori su questa strana e magnifica amicizia, ma sulla vita nella riserva, sulle abitudini degli autoctoni modificate a causa della colonizzazione, sulla cultura masai, sull'impatto che l'uomo bianco ed i suoi fucili hanno avuto in un ambiente naturale ed ostile come la savana kanyota.


La scrittura è molto scorrevole ed è paragonabile a quella delle memorie di un diario. Emergono le sensazioni del nuovo, i magnifici paesaggi, l'osservazione dei sentimenti dei singoli personaggi, dei singoli protagonisti siano essi bianchi, neri, masai, gazzelle o grandi leoni o ancora giovani ragazzine esuberanti e prepotenti.

Comprendiamo con un'immensa facilità i caratteri e le emozioni contrastanti che legano i personaggi del romanzo, quasi riusciamo ad identificarci in ognuno di essi.

Durante la narrazione entreranno nella storia la tribù masai che normalmente in quel periodo percorre il parco, ma inevitabilmente l'incontro/scontro tra i morane (giovani combattenti masai) e Patricia ed il suo maestoso leone porteranno la storia verso un finale inaspettato.


E' incredibile questa storia, è incredibile l'amore e lo stretto legame che hanno unito l'animale e la giovane ragazzina.

Ma quello che maggiormente mi ha colpito e mi ha portato a riflettere è il finale. Non voglio ovviamente svelarvelo, ma quello che vorrei consigliarvi è che al termine del romanzo, a parte lo sconvolgimento emozionale in cui sarete catupultati, cercate di pensare a cosa ha portato a tutto questo.

Provate a pensare che l'interazione e l'invasione dell'uomo bianco ha sconvolto un intero ecosistema, un ecosistema in cui uomo e animali vivevano da tempo in armonia e secondo tradizioni e culture antiche e ancestrali. Che nonostante queste culture possano sembrarci "barbare" perché incomprese, in fondo si tratta di culture millenarie che hanno rispettato tutto il sistema animale e vegetale. Perché di base è l'uomo bianco che ha distrutto, cacciato e rovinato quelle zone, intatte fino al suo arrivo.

Provate a pensare che quello che si presenta come amore tra una ragazzina ed il suo leone forse non è altro che possessione, forse il peccato di un padre e di una madre che non hanno saputo educare la giovane fanciulla al rispetto dell'animale, perché rispetto è libertà, rispetto è lasciare libero!

Pensate che il giudizio che con troppa facilità si esprime nei confronti di popoli che sono a noi estranei è nocivo per noi e per loro. Vivere, condividere, spartire, per anni, per vite potrebbe portare ad una reale comprensione di certi gesti e di certe culture, e potrebbe portare ad una vita in comune nella pace e nella serenità.



Per finire, trovo che questo sia un bel libro soprattutto per i giovani, da leggere e da condividere, uno spunto per molti punti di riflessione, un libro ed un romanzo che infine mi sento di consigliarvi.


BEL LIBRO!



Alla prossima!

Esmeralda


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