TRANSLATE

lunedì 15 luglio 2013

RECENSIONE: LE PORTE di Jean Pierre Villa



RECENSIONE
Buongiorno miei cari ed affezionati lettori,
Con piacere oggi vi parlero' di un libro che da poco ho terminato e che ho molto apprezzato.
Si tratta del romanzo "Le porte" di Jean Pierre Villa che mi è stato gentilmente proposto dall'autore e che per questo ringrazio fortemente.
Avendo tra le mani il libro, non sapevo cosa aspettarmi.
Il primo impatto sulla narrazione ed il tipo di scrittura è stato da subito positivo. L'autore si districa bene creando, con uno stile semplice e fluido, un tipo di narrazione molto scorrevole.
Devo dirvi la verita' che ho a dir poco divorato questo libro, iniziato e finito in un lampo.
Iniziamo pero' col raccontarvi un po' la trama, in modo che sia più semplice trattarlo in seguito.
Il nostro protagonista è Sante, un giovane adolescente delle "banlieues" romane, delle periferie di roma. Periferia nella quale il futuro che si prospetta ai ragazzi non è altro che delinquenza, droga e carcere.
<<...i vicoli romani lo affascinavano, era la memoria di una città che si affannava a cambiare pelle senza mai riuscirci pienamente.>>

Sante vive con la madre e la sorella in condizioni disagiate di miseria e poverta'. Di lui tutti dicono che sia uno "a posto", nessuna cattiva compagnia, frequenta la scuola, mai stato in carcere, etc.
Ma Sante si sente rinchiuso in una prigione che lo schiaccia e lo annulla dentro e fuori di se'. Detesta la sua vita, odia quella routine dal quale non trova la via di fuga.
Passa il tempo davanti alla tv ad immergersi nei viaggi proposti dai documentari grazie ai quali si concede dei momenti di fuga, almeno a livello mentale.
Ma accade un giorno che, per qualche strana coincidenza, Sante inizia a seguire delle piste che crede gli siano state messe davanti proprio per fuggire da quella sua prigionia.
Ed ecco che ha inizio la sua avventura, fatto di suspence, di fuga, di attacchi, di gialli, di inseguimenti, di solitudine e di dolore.
<<Ci sono persone che nascono in catene e passano la vita cercando di romperle, altre che, nate libere, fanno di tutto per costruirsele...>>

Mi sono affezionata a Sante sin da subito. Mi ha fatto tenerezza come un figlio e ho compreso quell'agonia in cui si è sentito, quell'impressione di essere al posto e al momento sbagliato.
Ho amato lo spirito con il quale l'autore ha evidenziato i problemi e il disagio giovanile presente nelle periferie romane e napoletane. Di come i ragazzi vedano nel furto, nella droga, nella prostituzione, le sole soluzioni per uscire dalla prigionia in cui si trovano fin dalla nascita. Perché si tratta di realta', di problematiche esistenti che è giusto portare alla luce ed evidenziare. In fondo quando si parla di giovani si parla di uomini del domani.
Tutto il libro è un fuga introspettiva e fisica del giovane Sante che cerca la liberta' e che pensa di trovarla fuggendo dal suo Paese, dimenticando cio' che era e creando un nuovo se stesso.
Ma quanto si puo' fuggire senza aver risolto in profondita' il malessere che ci logora dentro?
Dove ci portera' questa fuga? Fin dove le catene della prigionia si allenteranno facendoci respirare l'aria illusoria della liberta'?
Non si è liberi fuori finche' non lo si è dentro. Perché ci saranno sempre ostacoli esterni che riporteranno la nostra attenzione ai bloccaggi interni.
<<L'homme est libre au moment qu'il veut l'être >>
Ecco che la fuga fisica risultera' essere soltanto illusoria e fittizia, ma fin dove condurra' il nostro protagonista?

Sono temi più che mai attuali e contemporanei che non concernono solo i giovani di periferia ma che attualmente arrivano a toccare tutti. Un malessere interno ed esterno che rende la vita impossibile da vivere. Una vita che si prospetta senza futuro è una vita infelice, e davanti ad un triste avvenire come ci si comporta, quale reazione decidiamo di avere?
Fuggire? Evadere? O lasciarsi mangiare dall'inerzia, quell'inerzia che ci impedisce di muoverci, che ci impedisce di vivere, di fuggire, di opporci ad una realta' che ci logra e non ci da la possibilita' di realizzarci.
<<Lui era libero? Si era posto questa domanda molte volte. qualcuno ha detto che un uomo è libero quando si sente tale. Non si era mai sentito libero fino in fondo, era un prigioniero. Una prigione le cui pareti, invisibili, erano alte e lisce.>>
Mi complimento con l'autore che in un modo alternativo ha saputo condurmi in riflessioni profonde non solo  sulla condizione delle nuove generazioni italiane, ma anche sui sentimenti contrastanti che si producono all'interno di tutti coloro che soffrono e vivono in uno stato di prigionia interno ed esterno.
Le porte in fondo cosa sono?
Sono scelte, le scelte ce si fanno durante il percorso che si chiama vita. Ed in base alle nostre riflessioni interne saremo noi a decidere se aprire e varcare queste porte o tornare indietro.
<< Si sentiva ad un bivio, o continuava in discesa e accettava la sua esistenza per come si presentava; o risaliva la china, dando un significto vero e profondo alla sua vita.>>

Quali porte prenderà Sante? Beh... Ve lo lascio scoprire leggendo questo bel libro che merita, dico “merita” perché penso che siano questi i romanzi a cui bisogna dare spazio perché sono di quei pochi con una vera e profonda essenza che non puo’ che lasciarti qualcosa di forte al termine della lettura.

DOVE ACQUISTARLO: QUI


MOLTO CONSIGLIATO!

Alla prossima!

Esmeralda


1 commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...