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sabato 22 giugno 2013

RECENSIONE: IL CERCHIO di Francesca Verginella



TRAMA:
Questo romanzo a tema racconta le osservazioni di un addetto alla sorveglianza notturna della stazione della metropolitana di una grande città, soprannominata appunto "Il Cerchio". Dalla sua postazione di controllo, attraverso gli occhi delle telecamere, mentre vigila sulla sicurezza dei passeggeri ha la possibilità di rubare dei frammenti di vita di alcuni di loro, prendendone parte da lontano.
Il filo conduttore del romanzo, costituito dalle osservazioni del sorvegliante, si snoda tra i vari capitoli che si configurano come dei brevi racconti sviluppati attorno al tema del cerchio.
Da questo romanzo breve è stato poi tratto un spin-off intitolato "LA DISCESA".

AUTRICE: FRANCESCA VERGINELLA
Scrivo dall'età di 19 anni: il mio primo romanzo (il mio preferito) è stato un fantasy, pur non essendo io una grande lettrice di questo genere.
Poi sono venuti i corti ed altri romanzi che si ispirano alla vita contemporanea.
Ho partecipato a qualche concorso letterario, ma non ne ho vinto nessuno. Ho cercato allora di farmi conoscere dalle case editrici (grandi e piccole), anche passando per le agenzie letterarie. Le valutazioni erano solitamente buone, ma ho sempre rifiutato di pagare per essere pubblicata. Negli anni ho capito un paio di cose sull'editoria e così ho rinunciato.
Poi ho letto di Smashwords su un giornale ed ora sono qui, grazie anche a mio marito (perchè io e i computer veniamo da due Universi diversi, paralleli, che mai si incontreranno). Ho altri romanzi che aspettano di essere completati ed ora ho trovato un nuovo stimolo per proseguire il mio lavoro. Spero vi piaceranno.


RECENSIONE

Buon giorno miei cari lettori,
Oggi vi parlero' di un libro molto particolare,  un piccolo romanzo che mi è stato regalato dall'autrice Francesca Verginella, (che colgo l'occasione di ringraziare) che s' intitola "il cerchio".
Il mio primo pensiero quando l'ho avuto tra le mani è stato quello che lo avrei terminato in poco tempo. In effetti il libro conta una cinquantina di pagine ma di leggerlo in un solo pomeriggio non ce n'è stato verso.
Perché?  Probabilmente vi state domandando. Perché si tratta di un libro che deve non solo essere letto ma deve essere compreso con calma ed in profondita'. Un libro che deve essere capito, oserei dire con un approccio come quello che si ha quando si affronta un trattato o una lettura filosofica, per quanto breve sia ti porta ad esprimere libri interi di riflessioni e di pensieri.
Ecco cosa ha scatenato in me questo piccolo libricino. Una miriade di pensieri, riflessioni, dubbi, domande, emozioni. Tutto questo sono riuscite a fare delle poche pagine.

"Il Cerchio" narra le vicende di un semplice addetto alla sicurezza della stazione del Duomo a Milano che, nel suo piccolo stanzino di controllo, monitora diverse zone della metro che osserva grazie agli schermi in bianco e nero presenti dinnanzi a lui. Quest'uomo trascorre otto ore al giorno in isolamento, chiuso in quattro mura ad osservare le persone, i loro comportamenti, le loro reazioni, e li', in quella stanza, da solo, si concentra su alcuni di loro per esplorarli in profondita', per capire l'essenza dei loro atti e dei loro sentimenti.
"...Lui non conosceva mai neppure l'inizio della storia a cui assisteva, i suoi occhi aprivano semplicemente una finestra attraverso la quale osservava un brandello della vita degli altri, proprio mentre questa scorreva."
Il "cerchio" è il nome dato dal costruttore a quella stazione, che per leggende popolari, per la struttura e per le strane vicende accadute nel tempo ha avuto la tendenza ad essere paragonata alla struttura dell'inferno dantesto. Ma il cerchio è anche quella zona circoscritta in cui il protagonista racchiude i personaggi osservati, in cui li analizza in profondita', scruta il loro passato per comprendere il loro stato d'animo attuale, le loro emozioni e le loro scelte future.

Sono sei le persone analizzate, sei i brevi racconti che compongono il romanzo.
In ognuno di essi una situazione in particolare e dei sentimenti specifici vengono messi in risalto, sono analizzati a fondo, talmente in profondita' che finite le parole del protagonista iniziano le tue, per terminare le riflessioni e i punti in sospeso.
Dal primo momento in cui ho iniziato a leggerlo, la mia mente ha subito immaginato che la narrazione si svolgesse come in un film. Penso in effetti che un film catturerebbe pienamente tutto lo spirito di questo libro, un film in cui le immagine a colori delle situazioni  si incontrerebbero e si scontrerebbero con quelle in bianco e nero delle riflessioni e delle supposizioni dell'addetto alla sicurezza.
"Certo! La cosa peggiore che puoi fare all'essere umano è quella di porre di fronte ai suoi occhi le sue stesse miserie."
Ogni titolo dei racconti riporta alla figura del cerchio, penso che questo serva per mettere in evidenza il punto in cui la telecamera o meglio l'osservatore, che sia il protagonista, l'autrice o il lettore stesso, si deve focalizzare. Quel punto e solo quello, un momento presente che è tale a causa di scelte passate e che mutera' grazie a scelte future. Ma ora siamo li', solo li', in quel cerchio ed in quel momento e stato preciso dell'individuo.
"SAGGIO è chi è LIBERO e d è libero solo chi è saggio: felice è chi è nato ed è stato allevato per non ubbidire alla volonta' di un atto. Chi è libero è padrone di sé stesso e pur non avendo nulla possiede tutto. Barbone era un uomo libero perché possedeva la verita'."


Il racconto che maggiormente mi ha colpito è stato l'ultimo, dove il protagonista è un barbone, un barbone che nella sua semplicita' disegna dei cerchi attorno a cose e a persone. È un gesto che fa per sottolineare lo stato in cui quella persona o quell'oggetto si trova. Ma sara' curioso vedere le reazioni della gente, reazioni che sembrerebbero mosse dalla vista del barbone, ma in realta' sono spinte da un'analisi più profonda di loro stessi, un'analisi di cui non si rendono neppure conto.
Mi ha talmente commosso questa ultima storia che non ho cessato di pensarci anche al termine del romanzo.
"Se il vizio puo' vestire i panni dell'uomo onesto e rigoroso, allora la virtu' puo' indossare gli abiti di un barbone."
Mi complimento con l'autrice, che non conoscevo fino a questo momento , ma che credo sia una veritabile bella scoperta per la sensibilita' e la profondita' che ha messo nello scrivere questo romanzo.
Vi confesso infine qualcosa. Ogni volta che leggo un libro ho sempre accanto a me un quaderno in cui mi appunto le frasi e le parole che più mi hanno toccato e che più mi hanno portato a riflettere. Bene, per questo libro in apparenza semplice e di poche pagine, ho scritto sei fogli di citazioni, ben sei fogli. Questo per farvi comprendere che non è la quantita' di cio' che si scrive che dev'essere presa in considerazione, ma la qualita'. E qui di qualita' ne ho trovata!

SITO DELL'AUTRICE: QUI
DOVE ACQUISTARLO: QUI


UN BEL LIBRO!



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